Bagnoli è uno dei luoghi più contraddittori di Napoli. Zona dalla forte vocazione turistica fin dai tempi degli antichi romani, subì uno stravolgimento totale dovuto all’insediamento, durante tutto l’arco del secolo scorso, di uno dei più importanti poli industriali del Mezzogiorno. Dopo il grande boom degli anni ’60 e ’70, che decretò la fine degli stabilimenti balneari nell’area, le attività delle fabbriche diminuirono gradualmente, sino alla chiusura dell’ultima industria nel 1992.
Oggi Bagnoli vede le nuove architetture confrontarsi con gli scheletri degli enormi capannoni ormai dismessi, nel mezzo di un deserto fatto di terreni inquinati e immense zone inaccessibili mentre Nisida, verde isolotto che ospita il carcere minorile, osserva dal mare come un estraneo spettatore.
In questa realtà, tanto complessa quanto affascinante, è situata la Città della Scienza (polo museale nato nel 1996), spaccata in due da via Coroglio che ne separa la parte intatta da quella andata in fiamme nel rogo del 2013, ancora senza colpevoli; i cantieri attivi nel complesso fanno da contraltare al generale immobilismo di un quartiere prigioniero del suo passato, al quale contribuisce anche il sequestro delle grandi aree dove una volta sorgevano Italsider ed Eternit, terreno di disputa tra le istituzioni politiche locali e quelle nazionali. Lidi, turisti e spiagge piene di ombrelloni restano solo un lontano ricordo.
Il lavoro è tra i dieci selezionati per il concorso “Portfolio in mostra” di Officine Fotografiche Roma.
Oggi Bagnoli vede le nuove architetture confrontarsi con gli scheletri degli enormi capannoni ormai dismessi, nel mezzo di un deserto fatto di terreni inquinati e immense zone inaccessibili mentre Nisida, verde isolotto che ospita il carcere minorile, osserva dal mare come un estraneo spettatore.
In questa realtà, tanto complessa quanto affascinante, è situata la Città della Scienza (polo museale nato nel 1996), spaccata in due da via Coroglio che ne separa la parte intatta da quella andata in fiamme nel rogo del 2013, ancora senza colpevoli; i cantieri attivi nel complesso fanno da contraltare al generale immobilismo di un quartiere prigioniero del suo passato, al quale contribuisce anche il sequestro delle grandi aree dove una volta sorgevano Italsider ed Eternit, terreno di disputa tra le istituzioni politiche locali e quelle nazionali. Lidi, turisti e spiagge piene di ombrelloni restano solo un lontano ricordo.
Il lavoro è tra i dieci selezionati per il concorso “Portfolio in mostra” di Officine Fotografiche Roma.